sabato 31 dicembre 2011

Buon Anno con il Birramisù

Sta per arrivare il 2012 e se ancora nell'organizzazione del cenone non avete pensato al dolce, non vi preoccupate, la soluzione è dentro una bottiglia di birra!

Ne avevo sentito parlare del Birramisù, dolce ispirato al tiramisù, ma con la variante della birra al posto del caffè. Dopo una breve ricerca su internet delle ricette già presenti del birramisù, ho deciso di rifarmi alla vecchia ricetta della mamma per la base della crema al mascarpone e sostituendo la birra al posto del caffè per inzuppare i biscotti.

Il risultato è stato fantastico!

Certo bisogna stare attenti alla birra da utilizzare, io ho scelto una "Cotta 74" dei Mastri Birrai Umbri, birra doppio malto scura artigianale prodotta in Italia con il metodo dell'alta fermentazione. La Scura Artigianale dei Mastri Birrai Umbri prodotta secondo la ricetta Cotta 74 si ispira alle birre d’abbazia, unendo tradizione ed innovazione. Contraddistinta per l’impiego della lenticchia italiana (che per l'ultimo dell'anno è un classico) e la sapiente selezione di malti tostati e torrefatti, si presenta di colore bruno intenso, di schiuma fine e compatta e dal carattere deciso e originale. L’aroma di caramello e di frutta matura ne esalta il corpo pieno ed equilibrato, le note calde di cioccolata fondente e il retrogusto complesso la rendono elegante e persistente.

Potete trovare la ricettà per il birramisù su FelCook, oppure sul sito della Pinta Medicea dove usano una BK dell'Olmaia, una birra con sentori di caffé e cioccolato che chiude piacevolmente fresca ed aromatica grazie all'attento uso del luppolo, ma anche su GialloZafferano facendo già la crema di mascarpone aromatizzata alla birra e la bagna per i biscotti con birra e caffè.
Se volete vi riporto la mia versione.

Ingredienti per 4 persone:

 - Pavesini
 - Birra Scura Cotta 74 dei Mastri Birrai Umbri
 - Mascarpone 250 gr
 - Uova 2
 - Zucchero 2 cucchiai
 - Cacao amaro e gocce di cioccolato per decorare

Procedimento:

Separare i tuorli dagli albumi, aggiungere lo zucchero ai tuorli e lavorarli con le fruste fino a che non diventino un composto quasi bianco e spumoso.
Aggiungere il mascarpone ai tuorli sbattuti con lo zucchero e amalgamare bene fino ad ottenere una crema liscia.
Montare gli albumi a neve ferma con un pizzico di sale da cucina.
Incorporare gli ablumi alla crema di mascarpone un po' per volta girando il composto dall'alto verso il basso per non smontare le chiare, fino a quando la crema non sarà uniforme e spumosa.
Adesso la crema di mascarpone è pronta, si stappa la birra, si beve un bicchiere per assicurarsi della qualità del prodotto, si versa in una ciotola un po' di birra e si procede a bagnare i pavesini e a disporli sul fondo di 4 bicchieri.
Aggiungere una cucchiaiata di crema di mascarpone in ogni bicchiere e decidere se continuare a piani oppure dare una forma come quella della foto, l'importante è di ricordarsi di bagnare i pavesini nella birra per 3 o 4 secondi, non di più, anche se possono sembrare ancora un po' secchi, vi assicuro che con il tempo diventeranno belli morbidi, ma con una certa consistenza, senza diventare pappa.
Finite le coppette, decorare con cacao amaro in polvere e qualche goccia di cioccolato.

Con l'augurio di un fantastico 2012, auguro a tutti un anno frizzante, intenso e ricco nei suoi aspetti e colori proprio come una bella birra artigianale.

Buon Anno!
Happy new YEAST!

lunedì 21 novembre 2011

Bevi birra e campi davvero 100 anni


E' davvero il caso di alzare i boccali e gridare tutti insieme: "Alla Salute!"

Non è solo uno slogan pubblicitario: chi beve birra, naturalmente con moderazione, fa davvero un regalo alla sua salute. Esattamente come accade con vino. La birra, infatti, esercita un effetto benefico sul cuore simile a quello del nettare di Bacco e può ridurre i rischi di malattie cardiovascolari.
Lo studio che lo conferma è tutto italiano: è opera dei laboratori della Fondazione di Ricerca e Cura "Giovanni Paolo II" di Campobasso ed è pubblicato sull"European Journal of Epidemiology'. Gli studiosi hanno raccolto dati su 200mila persone, valutando gli effetti dell'alcol sul sistema cardiovascolare: un consumo moderato di vino (circa due bicchieri al giorno per gli uomini e uno per le donne) ha infatti dimostrato di poter ridurre il rischio di malattie cardiovascolari fino al 31 per cento, rispetto alla totale astinenza. Ora per la prima volta si è mostrato un effetto protettivo analogo anche per quanto riguarda la birra. Il massimo risultato si ottiene con un consumo di poco superiore al mezzo litro al giorno, con un contenuto alcolico del 5 per cento. Ovviamente, sottolinea Augusto Di Castelnuovo, capo dell'Unita' di Statistica dei Laboratori di Ricerca, si parla di consumo moderato, mentre "è assolutamente sconsigliato il binge drinking (l'assunzione rapida di grandi quantità di alcolici, mescolati tra loro, al solo fine di ubriacarsi in fretta, N.d.R.) o qualunque altra forma di consumo eccessivo".
Insomma, la parola chiave è bere moderatamente e con regolarità. La ricerca ha usato il metodo statistico della meta-analisi, che permette di raggruppare e confrontare diversi studi scientifici condotti in tutto il mondo, ottenendo un risultato generale. In questo modo e' stato possibile esaminare dati relativi ad oltre 200mila persone per le quali le abitudini nei confronti delle diverse bevande alcoliche sono state messe a confronto con il rischio di malattie cardiovascolari.
''Nella nostra ricerca - spiega Simona Costanzo, primo autore dello studio - abbiamo considerato vino e birra separatamente: prima si osserva una riduzione nel rischio cardiovascolare con un consumo basso o moderato. Poi, con l'aumento delle quantità, si può vedere che questo vantaggio sparisce, fino a che il rischio diventa addirittura più alto rispetto a un non bevitore. La parte interessante del nostro studio - conclude - è che, tra le ricerche selezionate per la meta-analisi, ce ne sono 12 in cui il consumo di vino e di birra è stato paragonato direttamente. Usando questi dati abbiamo potuto osservare che le curve della protezione cardiovascolare  per le due bevande si sovrappongono molto bene''. 
"Quello di cui stiamo parlando - dice Augusto Di Castelnuovo, capo dell'Unità di Statistica dei Laboratori di ricerca e uno dei pionieri negli studi epidemiologici sull'alcol - e' un bere moderato e regolare. Vino e birra sono parte di uno stile di vita. Un bicchiere accompagna cibi salutari, mangiati alla giusta ora e magari in compagnia della famiglia o di amici. I dati riportati nella nostra meta-analisi non possono poi essere estesi a chiunque. In donne giovani ancora in età fertile, ad esempio l'alcol può elevare leggermente il rischio di alcuni tipi di tumore. Questo potrebbe controbilanciare gli effetti positivi sul sistema cardiovascolare e perciò ridurre i benefici complessivi delle bevande alcoliche sulla salute".
Fonte: TGCOM

domenica 30 ottobre 2011

Halloween 2011

Halloween indica la vigilia della festa di Ognissanti, cioè il 31 Ottobre. Il nome deriva dalla contrazione del nome medievale “All Hallows' Eve”, dove Hallow è l’antico termine per Santo e Eve significa vigilia. La contrazione può derivare anche da “All Hallows' Even” in cui Even significa sera, visto che nella tradizione cristiana il giorno di festa comincia con il vespero (tramonto) della vigilia. Il nome divenne in seguito Hallows’Even e poi Hallow-e’en e quindi Halloween.

La storia di Jack-o’-Lantern

Un fabbro irlandese di nome Jack, un ubriacone taccagno, ebbe la sventura di incontrare il Diavolo in un pub, alcuni dicono nella notte di Halloween. Jack aveva bevuto troppo e stava per cadere nelle mani del Diavolo, quando riuscì ad imbrogliarlo offrendo la sua anima al Diavolo in cambio di un'ultima bevuta. Il Diavolo si trasformò in una moneta da sei pence per pagare l'oste e Jack riuscì velocemente a mettersi quella moneta nel borsellino. Poiché Jack teneva lì anche una croce d'argento, il Diavolo non poteva tornare alla sua forma originaria. Jack lasciò andare via il Diavolo solo a patto che questi gli promettesse di non reclamare la sua anima per i successivi 10 anni. Il Diavolo accettò.
Dieci anni dopo Jack lo incontrò di nuovo mentre camminava lungo una strada di campagna. Il Diavolo era tornato per la sua anima, ma Jack, riflettendo velocemente, gli disse: "Verrò, ma prima potresti prendermi una mela da quell'albero?". Il Diavolo, pensando di non aver nulla da temere, balzo sulle spalle di Jack per prendere la mela. Jack tirò fuori un coltello e intagliò una croce sul tronco dell'albero. Questo lasciò il Diavolo a mezz'aria, incapace di raggiungere Jack o la sua anima. Jack gli fece promettere di non tornare mai più per reclamare la sua anima e, non vedendo via d'uscita, il Diavolo acconsentì. Nessuno tramanda come il Diavolo riuscisse a tornare di nuovo a terra!
Quando alla fine Jack morì, anni dopo, non fu ammesso in cielo, a causa della sua vita dissoluta, da ubriacone e truffatore. Così si recò all'entrata dell'inferno, ma il Diavolo lo rimandò indietro perché aveva promesso di non prendere mai l'anima di Jack. "Ma dove posso andare?", chiese Jack. "Torna da dove sei venuto!", gli rispose il Diavolo. Ma la strada del ritorno era buia e ventosa. Jack implorò il Diavolo di dargli almeno una luce per trovare la giusta via e il Diavolo, spazientito, gli gettò un carbone ardente che proveniva dalle fiamme dell'inferno. Per illuminare il cammino e per non farlo spegnere dal vento, Jack lo mise in una rapa che stava mangiando. Da allora Jack fu condannato a vagare nell'oscurità con la sua lanterna, fino al Giorno del Giudizio. Jack della lanterna (Jack o'Lantern) da allora fu il simbolo delle anime dannate.

Origini della Zucca di Halloween

Quando il termine jack-o'-lantern apparve per la prima volta in uno scritto del 1750, si riferiva a una sentinella o ad un uomo che portava una lanterna. La gente credeva che la notte di Halloween gli spiriti ed i fantasmi abbandonassero le tombe per ricercare il calore delle loro vecchie dimore. Gli abitanti dei paesi, timorosi di essere visitati dai fantasmi di vecchi proprietari, si mettevano in costume per spaventare questi spiriti sulla strada del ritorno. Lasciavano anche del cibo ed altri doni (treat) vicino alla porta, in modo da placare gli spiriti e da non far distruggere loro né le case né i raccolti, ma invece di invitarli a proseguire il loro cammino. Iniziarono anche a intagliare e dipingere delle facce nelle rape in cui mettevano delle candele illuminate, sperando che il simulacro di un'anima dannata potesse far scappare i fantasmi.

La spaventosa carestia delle patate, in Irlanda (1845-50) obbligò più di 700.000 persone ad immigrare in America. Questi immigranti portarono con loro anche la tradizione di Halloween e di Jack o'Lantern, ma le rape non erano così diffuse come in Irlanda (anche se venivano utilizzate persino le patate e le barbabietole), così le sostituirono più che egregiamente con la zucca americana. Oggi la zucca intagliata che rappresenta la faccia sogghignante del furbo fabbro, Jack, è forse l'icona più famosa di Halloween.

Birra ad Halloween

Tennent’s si prepara ad Halloween con Enfants Terribles

Sarà on air in prossimità di Halloween la nuova campagna di Tennent’s Super, birra di specialità del Gruppo Inbev. La campagna uscirà su free press, promocard e su mensili come Rolling Stone. Per l’occasione, oltre al concetto di brand 'Expect the unexpected', Enfants Terribles ha sviluppato una campagna multisoggetto incentrata sul titolo 'Kill the habits': un invito a vivere Halloween con uno spirito di originalità provando una birra che si distingue per gusto e gradazione alcolica. La creatività è di Roberto Ramaglia e Hilija Russo (copy) con la supervisione creativa di Riccardo Quartesan e Mizio Ratti. Le fotografie sono di Matteo Bottin.

Heineken Halloween Party

“Halloween 2011 a Firenze: rivivi con Prinz la paura dei più famosi film horror!” Lunedì 31 Ottobre 2011, in occasione della notte delle streghe le strade (e i locali) cdi Firenze saranno luoghi di possibili incontri con i terribili protagonisti dei più famosi film horror di sempre. L’evento sarà la “Heineken Halloween night“, una iniziativa sponsorizzata dal marchio leader produttore di birra nel mondo, in collaborazione con “Prinz – Beverage & Food” e con il supporto di ”Exclusive Firenze“.

A partire dalle 20.00 fino alle 02.00 di notte, girando tra i locali “must” della nightlife fiorentina (Kitsch, Moyo, Oibò, Twice, Colle Bereto e Otel) sarà facile imbattersi nei personaggi più tenebrosi di sempre, che una volta scortati dagli agenti di una pattuglia della polizia americana faranno tappa nei vari locali per “un’ora di libertà”. E’ consigliabile rispondere correttamente alle domande che essi vi porranno: potrete vincere dei bellissimi gadgets. In caso contrario non si sa quale possa essere il macabro seguito…

INFO:
Exclusive Firenze

lunedì 25 aprile 2011

Come è nata la mia passione per l'homebrewer

In questo post vi voglio parlare di come mi è nata questa passione di homebrewer.

Tutto è nato dai discorsi fatti con un mio amico nonché ex-collega Simone, dove tra una pausa caffé e un'attesa di elaborazione di qualche server, ci scambiavamo spesso idee di cucina e non solo.
In uno di questi nostri discorsi venne fuori l'argomento birra e Simone, che non smetterò mai di ringraziare, mi diede un po' di drittte su come fare la birra in casa.
Mi consigliò un paio di link uno era http://www.mr-malt.it/ e l'altro era http://www.birramia.it.
Io personalmente mi sono affezionato al secondo sito, dove mi sono iscritto e per il mio compleanno del 2010 decisi di farmi regalare il kit per la prodizuone di birra in casa.
Grazie ai consigli e all'esperienza di Simone, presi il kit di fermentazione da 32 litri con 2 fermentatori a bocca larga, il tappatore a colonna professionale, l'asta di travaso con valvola e un malto incluso.
Dopo una lunga agognata attesa nella speranza che le temperature estive mitigassero un po' per dare modo ai miei lieviti di lavorare in maniera ottimale, arrivò finalmente il momento di mettere in produzione la mia prima birra.
Era un sabato pomeriggio, sanificai tutti gli strumenti necessari e misi il pentolone a bollire con il malto d'orzo luppolato e lo zucchero. Mi ricordo che usai lo zucchero di canna bruno come da consiglio del mio amico Dario, il quale sull'onda della mia nuova passione, sempre per il mio compleanno, mi regalò un bel malto strong ale e un kilo di zucchero di canna.
Facendo molta attenzione alle temperature, misi i lieviti nel fermentatore, chiusi il tappo, aggiunsi l'acqua nel gorgogliatore e come un bambino in attesa dell'arrivo di babbo natale, ogni tanto andavo a guardare se succedeva qualcosa.
Finalmente la mattina dopo, iniziò la fase di fermentazione e il gorgogliatore iniziò a gorgogliare.
Ero felicissimo.
Dopo circa una settimana travasai l'intero mosto nel secondo fermentatore stando attento a lasciare la fondata di lieviti nel primo.
Dopo un'altra settimana, dopo averlo travasato di nuovo, con l'aiuto della mia fidanzata Camilla, imbottigliammo tutta la birra e passati 15 giorni non vi dico la soddisfazione qundo stappammo la prima birra ed era buona! Incredibilmente buona! La schiuma ancora non aveva una persistenza, ma era buona!
Da lì ottimizzando la produzione con l'aggiunta di malto secco al posto dello zucchero, oppure del miele per dare più corpo alla birra ho trovato davvero un hobby che mi da tante soddifazioni.
Un ringraziamento davvero speciale alla Camilla che con molta pazienza mi lascia "strogolare" in cucina, ai miei genitori per le bottiglie, ai miei amici Simone, Dario, la Gru, Marco ed Elisa, infine al sito birramia.it

Prosit

martedì 12 aprile 2011

I bicchieri

Ecco alcune utili indicazioni sui vari tipi di bicchieri.
ALTGLASS: cilindrico, per non esaltare né mortificare la schiuma; sottile, per dare già al tatto la sensazione della freschezza. Destinato pertanto alle ambrate altbier.

BALLOON : forma a chiudere, per esaltare la schiuma; superficie ampia, per favorire lo scambio termico. Per birre da meditazione, corpose.
BOCCALE BRITANNICO: di vetro spesso, per conservare la temperatura di cantina; liscio, per evidenziare lo scarso perlage. Adatto alle ale e in particolare alle pale ale.



BOCCALE IN CERAMICA: il simbolo distintivo dell’Oktoberfest, ricercatissimo dai collezionisti.



BOCCALE TEDESCO (MASS): spesso, per conservare la freschezza; lavorato, per valorizzare il perlage, cilindrico, con effetto neutro sulla schiuma. È il bicchiere universale, nato però per le märzen e per le export.

CALICE A CHIUDERE: la forma rastremata "alza" la schiuma, impedendole al tempo stesso di traboccare; il vetro sottile e liscio favorisce la formazione di condensa. Valorizza lager e pils.





CALICE A TULIPANO: la bocca svasata impedisce una schiumatura troppo abbondante e favorisce la percezione olfattiva al profumo. Per birre aromatiche, come le belghe d'abbazia.




CALICE A TULIPANO SVASATO: corpo ampio e svasatura ideale per l’esame olfattivo, è il bicchiere adatto per birre aromatiche, caratterizzate da una grande quantità di schiuma.



COLONNA BICONICA: vetro di spessore medio, forma allargata al centro, bocca a chiudere: per pils belghe e per bevitori che vogliono la schiuma decapitata dalla spatola.

COLONNA CONICA: come il precedente, ma a imboccatura larga per controllare la schiuma. Adatto alle vivaci e profumate birre danesi.


COPPA: forma più o meno esattamente emisferica, che abbassa progressivamente la schiuma ed esalta il profumo.

FLÛTE: una forma essenziale per birre secche, di schiuma abbondante e da servire fredde: ecco l'identikit della pils.


KOLSCHGLASS: cilindrico, sottile, piccolo: il bicchiere più semplice per una birra tipica, quasi artigianale, a circolazione limitata.
PINTA: la forma a cono rovesciato e lo slargo subito sotto l'orlo neutralizzano qualsiasi velleità di schiuma delle bitter ale e valorizzano invece la cream delle stout.

STIVALE(STIEFEL) : non importa che cosa ci si beve ma come si beve. La sua forma infatti gioca brutti scherzi agli inesperti. È il bicchiere dell'iniziazione alle confraternite studentesche in Germania.
WEIZENBECKER o TUMBLER DA WEISSBIER: capacità "fissa" da mezzo litro. La svasatura alla sommità serve a controllare l'abbondantissima schiuma di birre di grano, le weizen o weissbier.



Fonte: http://www.birra.it


giovedì 17 marzo 2011

Mazzini avrebbe festeggiato con la birra

Norah Mayper, erede di Katherine Hill, che fu sostenitrice della causa italiana negli anni londinesi del patriota repubblicano, il 10 marzo di quest'anno ha donato 400 lettere inedite di corrispondenza tra il 1831 e il 1871, dove esce fuori un ritratto segreto e sorprendente di Giuseppe Mazzini.

Profondamente diverso dal "volto che giammai sorrise" come descritto dal Carducci e rappresentato anche da tutti i ritratti come quello qui a sinistra, il Mazzini di queste lettere non parla di politica a Kate, bensì di musica, libri, pittura, cultura e anche di birra.

Kate in quegli anni era responsabile della letteratura straniera presso la Mudie's Select Library, la più importante libreria e biblioteca privata londinese della seconda metà dell'Ottocento. Di fatto è Kate a fornire la più grande quantità di novità culturali inglesi ed europee a Mazzini.

C' è anche una lettera (che potete leggere qui sotto) in cui Mazzini suggerisce di non bere birra corrente nei pub ma di scegliere quella della «Swan Brewery», realizzata in una delle principali birrerie di Londra, di proprietà dei mazziniani Sydney Hawkes e James Stanfeld: un locale che era diventato, con Mazzini cliente fisso, una specie di punto di riferimento della cospirazione italiana.

Buon 150° compleanno ITALIA, apriamo una bella birra e brindiamo alla salute, come avrebbe fatto forse Giuseppe Mazzini.

Prosit!


La lettera.

Vi raccomando la buona birra dei miei amici


Cara Kate, (...) ora una richiesta. La «Swan Brewery - Fulham», ora interamente di proprietà di James Stanfeld, gestisce anche un servizio di vendita privato, al dettaglio, che soddisfa qualsiasi tipo di ordine, con consegna a domicilio a prescindere dall' importo, dall' ordinazione più grande alla più piccola. La loro «bitter ale» è la migliore di Londra. Tutto il resto è, a essere gentile, eaux-vannes (in francese nel testo: scoli di fogna). Chiunque beva birra nei Pub (nelle public house) è sicuro di essere lentamente avvelenato. Io mi sento in obbligo di aiutarlo, considerando che egli è stato a lungo l' ami della causa italiana, sempre buono e pronto a fare qualunque cosa. Vorrei che Lei non si dimenticasse di raccomandare la birreria alle famiglie di vostra conoscenza. Così facendo Le sarò molto obbligato, se ottiene qualche ordine la prima volta può trasmetterlo pure a me. Sempre con affetto Vostro Joseph Mazzini.


Fonte corriere.it

venerdì 18 febbraio 2011

La gente allegra il ciel l'aiuta

Questo post vuole offrire una lettura serena e divertente, che aiuti a passare momenti di allegria. Ridere produce buon sangue, contribuisce a migliorare le persone e una raccolta di barzellette e battute possono solo contribuire a questa giusta causa.




Birra e Pipì
Un tizio entra in un bar e chiede una birra. Dopo che gliel'hanno servita gli scappa di andare urgentemente al bagno. Per evitare che la birra già pagata rimasta sul bancone sia bevuta da un altro appoggia di fianco al bicchiere un biglietto con su scritto: "CI HO PISCIATO DENTRO". Al ritorno trova la birra e sul biglietto una scritta aggiunta: "ANCH'IO!"

Birra Santa
Un tale arriva alla dogana, lo fermano e gli dicono di aprire la valigia. Il doganiere: - Cosa c'è in quella bottiglia? - E' acqua Santa di Lourdes! Il doganiere dubbioso apre la bottiglia e annusa: - Ma questa è birra! - Miracolo! Miracoloooooo!!!

Tra amici
L'altra sera ho bevuto talmente tanta birra che oggi quando sono andato in bagno a pisciare ho dovuto inclinare il cesso per non fare la schiuma!

Differenze
Qual'è la differenza tra una birra ed una pisciata? - Circa venti minuti.

Follie al Bar
Un uomo entra in un bar con un coccodrillo al guinzaglio. Si avvicina al bancone e chiede al barista: - Servite avvocati qui? - Certo, cosa desidera? - Allora, una birra per me ed un avvocato per il mio coccodrillo!

Ancora follie al Bar
Un uomo entra in un bar ed ordina un boccale di birra. Trangugia in un fiato la birra ed una volta finita, inizia a sgranocchiare il boccale. Se lo mangia tutto lasciando solo il manico, paga e se ne va. Un cliente che stava seduto al bancone fa al barista: - Ma hai visto quello? S'è mangiato il boccale... è incredibile! Il barista mettendosi in bocca il manico: - Eh già! E ha lasciato pure il meglio...

Consigli affettuosi
Un uomo afflitto da una grave forma di paresi facciale, entra in un bar di un quartiere periferico a Roma. Si avvicina al bancone e fa al barista muovendo solo un angolo della bocca: -Scusi... mi da una birra che mi vorrei rifare la bocca? -Mortacci tua! Te ce vorebbe 'na mattonata pe' rifatte la bocca!!!

Lezione di Filosofia
Un professore di filosofia, in piedi davanti alla sua classe, ha davanti a se alcuni oggetti. Quando la lezione inizia, senza proferire parola, il professore prende un grosso vaso trasparente vuoto e lo riempie con dei sassi di 5-6 cm di diametro. Chiede quindi agli studenti se il vaso è pieno, ed essi annuiscono. Allora il professore prende una scatola di sassolini e li versa nel vaso, scuotendolo appena: i sassolini, ovviamente, rotolano negli spazi vuoti fra le rocce. Il professore quindi chiede nuovamente se il vaso anche ora è pieno e gli studenti si mostrano ancora una volta d'accordo. Gli studenti cominciano a ridere, quando il professore prende una scatola di sabbia e la versa nel vaso. La sabbia riempie ogni spazio vuoto. Il professore finalmente conclude: "Ora, desidero che voi riconosciate che questa è la vostra vita: le rocce sono le cose importanti come la famiglia, il partner, la salute, i figli; anche se ogni altra cosa dovesse mancare e solo queste rimanere, la vostra vita sarebbe comunque piena; i sassolini sono le altre cose che contano, come il lavoro, la casa, la moto, l'auto, mentre la sabbia rappresenta qualsiasi altra cosa, le cose di poco conto. Se voi riempite il vaso prima con la sabbia, non ci sara' piu spazio per rocce e sassolini. Lo stesso è per la vostra vita: se voi spendete tutto il vostro tempo ed energie per le piccole cose, non avrete mai spazio per le cose veramente importanti. Stabilite dunque le vostre priorita, il resto e' solo sabbia". Dopo queste parole... uno studente si alza, prende il vaso contenente pietre, sassolini e sabbia che tutti consideravano pieno e comincia a versare al suo interno una lattina di birra: ovviamente la birra si infila nei rimanenti spazi vuoti e riempe veramente il vaso fino all'orlo. Lo studente, colmo di soddisfazione, sentenzia: "Non importa quanto piena è la nostra vita: c'è sempre spazio, per una birra!"

Passione birra
Uno scozzese entra in negozio e compra una bottiglia di ottima birra, esce e mentre attraversa la strada un’auto lo investe.
Sdraiato a terra conciato come pochi, sente qualcosa di liquido che gli cola lungo la gamba:
- Dio… fai che sia sangue…


E per finire, uno spot che mette in risalto la sensibilità dell'uomo di fronte a una birra...

lunedì 7 febbraio 2011

La Birra previene l'infarto e aumenta la voglia di "coccole"


Una birra al giorno aiuterebbe sia la salute che la vita sentimentale: questo è quanto afferma Manfred Wenzel, esperto nutrizionista di una clinica neurologica di Graz, in un'intervista rilasciata al magazine maschile tedesco "Matador".
 
La birra, secondo questa teoria, ridurrebbe il rischio di attacchi cardiaci; "sorprendentemente abbiamo scoperto che alcuni elementi della birra sono utilissimi per combattere i problemi cardiaci", spiega il professore di neurologia.

Inoltre non farebbe ingrassare - dopo thè e caffè è la bevanda che contiene meno calorie - e aumenterebbe la voglia di "coccole" per una donna su tre e per la metà degli uomini.

Il ministro tedesco dell'economia, Wolfgang Clement, che riesce a bere una birra in 1,5 secondi, sostiene di non riuscire proprio a farne a meno.

"La gente dovrebbe poter farsi prescrivere la birra dal servizio sanitario nazionale", ha dichiarato Clement.

Secondo la ricerca del neurologo Wenzel, un uomo dovrebbe bere un litro di birra al giorno, le donne circa la metà.

Complessivamente i tedeschi nell'anno passato hanno bevuto in media 118 litri di birra a testa. 

Prosit!

venerdì 4 febbraio 2011

La classifica delle birre artigianali

Da pochi giorni Gambero Rosso ha stilato una classifica delle 10 migliori birre artigianali sul mercato.



1° SCHNEIDER AVENTINUS
Schneider Weisse

Interbrau
tel. 049 9099111
(www.interbrau.it)
Esistono weizen chiare, la maggior parte, e weizen scure, le dunkel, ma esistono pure le weizenbock dalla gradazione alcolica più importante e l’Aventinus è il campione della categoria. Conosciuta e celebrata in tutto il mondo, con i suoi 7.7% vol ha un gusto complesso e maltoso con note aromatiche che richiamano i chiodi di garofano, i fichi e l’uva passa.
È prodotta dalla Schneider, una specialista delle birre di frumento. Indubbiamente corroborante e difficile da dimenticare, da provare con carni di maiale particolarmente grasse.



2° AYINGER BRAU-WEISSE
Ayinger Brauerei

Krombacher Italia
tel. 0049 8095880
(www.ayinger.de)
Un classico. La Privatbrauerei condotta da Franz Inselkammer si trova in un paesino da favola nella campagna bavarese e rappresenta il modello attuale delle birrerie di un tempo, prima dell’avvento delle multinazionali.

L’attacco al naso è decisamente fruttato, le note di banana sono caratteristiche e dominanti, emerge però anche una punta di citrico che si ritrova al gusto che, grazie al supporto della notevole frizzantezza, la rende una birra molto rinfrescante e piacevole. Per i neofiti dello stile.



3° B.I. WEIZEN
Birrificio Italiano

Lurago Marinone (CO)
tel. 031 895450
(www.birrificio.it)
Agostino Arioli, pioniere della birra artigianale italiana e artefice del Birrificio Italiano, ha guardato spesso alla Germania per le sue birre che tuttavia risentono sempre della sua personalità. La B.I. Weizen non fa eccezione alla regola: è specialità di stagione, estiva, e fa da contraltare alla scura Vùdù, prodotta invece in autunno e inverno.

La B.I. Weizen si presenta di colore giallo paglierino e aspetto velato, le note fresche di lievito e di frutta, pere e banane soprattutto, la rendono una birra subito gradevole e facile. Ma non banale.



4° WELTENBURGER HEFE WEISSBIER HELL
Kloster Brauerei

Turatello Italia
tel. 0542 629811
(www.turatelloitalia.it)
Uno dei birrifici tedeschi che maggiormente valgono la visita. Non solo perché si annida in un’ansa del Danubio, ma anche per la sua storia secolare, perché è ancora di proprietà dell’annesso convento e perché intorno si possono ancora ammirare molti esempi dell’arte barocca.

La birra è molto elegante e fine, offre note aromatiche che ricordano il pane fresco e le mele, nel palato invece si fa sentire per il suo corpo e per la persistenza che lascia nel retrogusto. Si suggerisce di provarla con le fritture di verdure o con le olive all’ascolana.


5° DOMM
Birrificio Lambrate

Milano
tel. 02 2361719
(www.birrificiolambrate.com)
I ragazzi “terribili” del Lambrate non si smentiscono neanche con questa weizen non pastorizzata che non manca mai al brewpub di via Adelchi né, fortunatamente, in bottiglia. Schiuma abbondante e compatta, profumi molto freschi, nettamente fruttati con la banana in evidenza, ma anche note di crosta di pane e di susine gialle.

In bocca dà il meglio di sé nel senso che è più scorrevole della norma, dello stile weizen, ha un gradevole tono acidulo che toglie la sete e invoglia il sorso successivo. In pratica, non stanca mai.



6° ERDINGER PIKANTUS
Erdinger Weissbräu

Dibevit Import
tel. 02 9039251
(www.dibevit.com)
Il colosso mondiale delle weizen dimostra, con la Pikantus, di saper fare anche birre di nicchia, adatte a chi richiede una marcia in più o semplicemente sapori più complessi. La Pikantus è, della gamma Erdinger, la birra che richiede più attenzione. Ma il rischio è quello di affezionarcisi a lungo.

Molto aromatica con toni di caramello e frutta tropicale, non ha la dolcezza pronunciata di altre manifestazioni dello stile. Lascia una bella sensazione calda al palato, una notevole persistenza e si sposa bene con i formaggi erborinati.


7° WIENINGER HEFEWEIZEN
Wieninger Bier

Interbrau
tel. 049 9099111
(www.interbrau.it)
 Birreria bavarese con ampio spettro di prodotti, la loro Hefeweizen si presenta di bel colore dorato, naturalmente velata per la presenza dei lieviti in sospensione, e profumi delicati e dominati dalle note fruttate, banana innanzitutto ma anche mela e frutta a polpa bianca.

Buona la frizzantezza, corpo leggero e retrogusto poco persistente. Il risultato è una birra “facile” da bere ma anche abbinabile a piatti leggeri e a base di verdure, carni bianche o, per chi vuole sparigliare la tradizione del Lambrusco, al classico bollito misto e salsa verde.

8° WEIHENSTEPHAN VITUS
Weihenstephan Bayerische Staatsbrauerei

Birra Forst
Tel. 0473 260111
(www.forst.it)
Il birrificio Weihenstephan si vanta di essere il più antico ancora in attività e, dati storici alla mano, potrebbe non avere tutti i torti. Nella locale università si sono formate innumerevoli mastri birrai e qui, per la prima volta, le cronache raccontano dell’impiego del luppolo.

La Vitus è una robusta weizenbock da 7.7% vol che rimane impressa al naso e nel palato: l’aroma è complesso e articolato, frutta certamente ma anche chiodi di garofano, pane appena sfornato, una nota di cannella. Morbida in bocca, con un gradevole ritorno delle note aromatiche.



9° KAPUZINER WEISSBIER
Kulmbacher Brauerei

Kulmbacher Italia
tel. 0442 510577
(www.kulmbacher.it)
Una delle weizen più conosciute e diffuse sul mercato italiano, non senza ragioni d’altronde. Colore dorato, schiuma candida e abbondante, profumi decisamente fruttati con una sottolineatura speziata che non stona ed evita anzi il rischio della stucchevolezza eccessiva.

Complessivamente gradevole al palato, rinfrescante per la leggera vena acidula, ma allo stesso tempo morbida e di discreta frizzantezza. Classico abbinamento consigliato: i weisswurst bavaresi, le salsicce bianche tipiche di Monaco di Baviera.


10° MAISEL’S WEISSE DUNKEL
Maisel Brauerei
 Reichegger Christoph & Co.
tel. 0471 931116
(www.maisel.com)
Birrificio a conduzione familiare di Bayreuth, cittadina nota per l’annuale festival dedicato interamente a Richard Wagner. Specialisti delle birre di frumento hanno nella dunkel, la scura, dato probabilmente il meglio di loro stessi. Colore mogano quasi impenetrabile, al naso rivela delicate tracce di caffè, frutta tropicale e una traccia di ciliegie sotto spirito.

La bevibilità non ne esce però penalizzata, l’alcol si attesta poco sopra i 5% vol, e la birra si sposa bene con carni rosse alla griglia e formaggi mediamente stagionati.


A questo punto fate la vostra scelta e... Prosit!


Fonte: Gambero Rosso

sabato 29 gennaio 2011

App iPhone



Ho scoperto un app molto interessante per avere sempre a portata di mano sul tuo iPhone, iPod Touch e iPad la situazione italiana dei micro birrifici artigianali italiani e di ogni birra prodotta.

Un semplice ed intuitivo metodo di navigazione ti permetterà di visualizzare l'elenco completo e sempre aggiornato dei micro birrifici o brew pub presenti sul territorio italiano e censiti da microbirrifici.org (da sempre il punto di riferimento online della birra artigianale italiana).

Di ogni birrificio potrai visualizzare la scheda dettagliata con informazioni anagrafiche, lista delle birre prodotte e altre importanti informazioni come ad esempio la mappa per poterne localizzare la posizione precisa grazie al GPS presente sul tuo iPhone.

Per ogni birra inoltre potrai avere informazioni sulle caratteristiche fondamentali e sullo stile di riferimento e tutto con un semplice "touch".

Se siete interessati a scaricare questa app, potete seguire questo link.

Prosit

mercoledì 26 gennaio 2011

Come fare la birra


Dietro ad ogni buon bicchiere di birra che beviamo c'è un lungo lavoro di produzione. Ancora oggi si tratta di un processo naturale come tanti secoli fa, ma perfezionato dall'esperienza, dalla conoscenza e dagli strumenti tecnologici moderni. Vediamo, passo per passo, in che modo quattro elementi semplici e molto comuni in natura come orzo, acqua, luppolo e lievito, combinati e lavorati insieme, riescono a dar vita alla bevanda più antica e apprezzata al mondo.

L'orzo diventa malto
Si parte dall'orzo, il cereale più coltivato e diffuso al mondo. Si sceglie la qualità migliore, i cui chicchi vengono messi in acqua a germogliare finché, raggiunta l'umidità necessaria, vengono fatti germinare per alcuni giorni. L'orzo germinato si chiama malto. Il malto viene quindi essiccato lentamente in forno. Secondo il grado di tostatura più o meno spinto raggiungerà  un colore (biondo, dorato o biscottato) e una diversa fragranza, che influenzeranno poi l'aspetto e il sapore della birra.
Il malto diventa mosto
Il malto d'orzo viene macinato e ridotto in farina, poi miscelato con acqua in una caldaia fino a diventare un insieme omogeneo, detto mosto. A questo punto il mosto viene portato ad ebollizione, filtrato e separato dalle scorie del malto d'orzo. In questa fase viene aggiunto il luppolo, pianta capace di conferire alla birra il caratteristico gusto amaricante. Il mosto viene quindi raffreddato prima di passare alla fase di fermentazione.
Il mosto diventa birra
Il mosto viene lasciato fermentare in appositi recipienti. Indispensabile è in questa fase il ruolo del lievito, capace di trasformare gli zuccheri presenti nel mosto in alcol e anidride carbonica. Senza l'aggiunta dei lieviti, infatti, il mosto non potrebbe diventare birra. Le due grandi famiglie di lieviti utilizzate a questo scopo sono il Saccaromyces Cerevisiae e il Saccaromyces Carlsbergensis. Fanno eccezione a questa regola alcune birre, rare, prodotte in una località  del Belgio, che fermentano spontaneamente sfruttando un lievito presente nell'aria di quella zona (le lambic).
Fermentazione alta e bassa
Il Saccaromyces Cerevisiae è usato per produrre le birre cosiddette "ad alta fermentazione" e agisce a temperature elevate (16-23 gradi centigradi); il Saccaromyces Carsbergensis viene usato invece per le birre "a bassa fermentazione" e lavora a bassa temperatura (tra i 5 e gli 8 gradi centigradi). Secondo il tipo di birra che si vuole ottenere si decide se utilizzare la prima o la seconda famiglia di lieviti. In genere il metodo dell'alta fermentazione dà origine a birre di gusto intenso e aromatico, mentre con la bassa fermentazione si ottengono birre dal gusto leggero e fragrante.
A stagionare e maturare
Dopo la fermentazione la birra viene travasata in appositi serbatoi dove sarà  lasciata per quattro-sei settimane a stagionare e maturare. In questa fase tutti i suoi componenti si affinano e si stabilizzano, avviene una sorta di chiarificazione naturale e la birra acquisisce il suo caratteristico e definitivo sapore. La gran parte delle birre viene poi sottoposta ad ulteriore filtrazione per eliminare le eventuali tracce di lieviti e di altri componenti che renderebbero torbida la bevanda. La birra a questo punto è praticamente pronta per essere confezionata e poi consumata.
Bottiglia, lattina e fusto
L'ultima fase della produzione della birra, il confezionamento, non è affatto la meno importante. Solo se si opera correttamente e con la massima attenzione, infatti, la birra potrà  arrivare al consumatore con le sue qualità originali intatte. La bottiglia di vetro scuro, marrone o verde resta il materiale ottimale per conservare nel tempo le caratteristiche della birra e proteggerla dagli effetti negativi della luce. Il tappo metallico, a corona, pratico e sicuro, è quello che garantisce perfettamente l'ermeticità, ma vengono usati, per bottiglie con un particolare significato, anche tappi in sughero, ceramica e gomma o tappi a vite. Anche la lattina, leggera, comoda, facile da trasportare, conservare e aprire in un qualunque momento e luogo, è molto apprezzata da alcune fasce di consumatori. Il fusto, molto capiente (25-30-40 litri), viene usato soprattutto dagli esercizi pubblici per il servizio alla spina, che ha un suo nutrito numero di consumatori appassionati. La birra confezionata in questo modo risulta molto fragrante, ma è delicata e, per essere davvero buona, deve essere consumata in un arco di tempo rapidissimo (max. tre giorni) dopo l'apertura del fusto.

Prosit